Il principale collega (e talvolta il capo nascosto) dei post-editor è senza dubbio l’intelligenza artificiale, ma siamo davvero sicuri di sapere con cosa o con chi abbiamo a che fare ogni giorno?

L’intelligenza artificiale è entrata di recente nel marketing come un vanto degli ultimi dispositivi elettronici, tuttavia esiste ed è integrata nei sistemi di uso comune già da diversi anni, nonostante fosse nella fase “invernale” del proprio sviluppo. Il tanto amato e odiato Google Translate è sempre stato un’intelligenza artificiale ad uno stato rudimentale e solo di recente ha avuto un incremento notevole nello sviluppo e nel miglioramento delle proprie traduzioni.

intelligenza artificiale, rete neurale

Per chi, come me, lavora sul post-editing quotidianamente appare perfettamente chiaro quanto le diverse macchine per la traduzione automatica migliorino con l’aumento dei volumi che gli vengono “dati in pasto”. Per gli scettici e i nemici giurati della traduzione automatica questo è chiaramente un segnale di pericolo, tuttavia, per chi ha un occhio un po’ più indirizzato al futuro, resta una risorsa, un punto di partenza per migliorarsi, ma soprattutto è importante ricordare il ruolo del traduttore umano anche in presenza di un’intelligenza artificiale. Stiamo subendo in parte la stessa sorte degli operai all’avvento dei macchinari industriali, con la differenza che, rispetto ad un oggetto materiale, tutto ciò che lavora con la lingua è necessariamente umano e soprattutto ha bisogno della presenza umana per progredire. Inoltre, leggendo questo articolo de il Tascabile viene messa in luce la situazione reale dello sviluppo dell’intelligenza artificiale, che è di fatto decisamente meno avanzato di quanto ci si possa aspettare. Consiglio caldamente un’attenta lettura di questo articolo, perché riguarda tutti, traduttori, programmatori e chiunque abbia a cuore il progresso della scienza e della società.

Il sole di York che ha spazzato via l’inverno della AI è il deep learning, una varietà di intelligenza artificiale che in realtà affonda le sue radici proprio in quei freddi anni Novanta, ma che solo negli ultimi anni è fiorita, accumulando primati scientifici e applicativi. Ha tanto successo che sta eclissando gli approcci alternativi, e porta qualcuno a chiedersi se il settore dell’intelligenza artificiale non stia rischiando troppo, mettendo tutte le uova nello stesso paniere. Nello specifico, non stia rischiando una nuova overdose di promesse impossibili da mantenere, che porterebbero dritti verso un nuovo inverno.

 

Chi è l’intelligenza artificiale?

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