Di recente gli eReader hanno cominciato la scalata verso il cuore dei lettori. Non tutti però sono stati pronti ad accoglierli a braccia aperte e, soprattutto i lettori più accaniti e romantici, faticano ad abbandonare la buona, cara e vecchia carta. Con questo breve articolo confesso la mia colpa: da lettrice accanita e romantica, ho comunque accettato di convertirmi all’eReader. Dopo aver iniziato L’uomo senza qualità di Musil (che per chi non lo conoscesse, ha lo spessore di un plateau da drag queen nei migliori Pride di Caracas) e passando le giornate a girare per la città per impegni vari, ho deciso che le mie spalle e la mia schiena non meritavano tutto quel dolore. Con un misto di entusiasmo e sofferenza, ho fatto il grande passo e il mio eReader mi sta dando grandi soddisfazioni, pur togliendomi qualche piccola gioia.

ereader

Il trasporto

Come già accennato nell’introduzione, il trasporto è uno dei fattori principali che incide sulla decisione di passare al digitale. A tutti i lettori appassionati capita di portare con sé il libro in lettura perché “non si sa mai, magari trovo un momento per leggere”, anche quando il libro in questione è un volume decisamente poco tascabile. Forse è perché fa star bene sentirsi in compagnia di un buon libro, è un po’ come avere un buon amico con cui si spera di chiacchierare in un momento di pausa. Tutto ciò richiede notevole forza di volontà, perché spesso il povero libro si rivela una zavorra che costringe a portarsi in spalla una borsa due volte più grande del necessario. L’eReader risolve questo problema, permettendo al lettore di portare con sé non uno, ma tremila cari amici.

Le traduzioni

Quante volte capita di rinunciare a leggere un libro in lingua originale perché è difficile da reperire, costa il doppio della versione in traduzione o quando capita di non sapere una parola serve una dizionario o almeno una connessione internet? Un eReader che si rispetti ha almeno un dizionario integrato e in più è facile reperire libri in ogni lingua, formato e con ogni prezzo (per i più bravi e per i più fortunati addirittura gratuitamente). Leggere in lingua diventa un’operazione semplicissima, ovunque ci si trovi, che sia una landa desolata senza connessioni, un pullman o il bagno di casa propria.

Il comfort

Personalmente non credo di conoscere un lettore al mondo che legga seduto alla scrivania. Tra chi preferisce leggere sdraiato, chi camminando, chi a gambe incrociate, chi appollaiato su una poltrona, ognuno attiva le proprie funzioni cerebrali nei modi più strani. L’eReader è piccolo e maneggevole e in caso di fatali cadute in faccia non rischia di danneggiare sé stesso e il tuo naso. D’altro canto la carta regala grandi piaceri incomparabili come il fruscio delle pagine, la ricerca del segnalibro (uno vero e proprio per i più raffinati, il pezzo di carta igienica o lo scontrino del bar per i più pratici) e l’odore di carta e inchiostro sulle mani.

L’emotività

Siamo sinceri: a chi non viene un moto d’orgoglio esibendo la copertina del libro in lettura quando legge in pubblico? Questo è proprio uno dei piccoli piaceri a cui l’eReader costringe a rinunciare. Proprio questo moto d’orgoglio però rende speciale il rapporto col libro. Ogni lettura diventa parte dell’identità del lettore, ma indubbiamente il legame con l’oggetto diventa un veicolo del legame con il contenuto – che è tra i due quello più solido, senza dubbio. Con l’eReader si perde questo lato romantico della lettura, che è un grande punto di vantaggio a favore della carta.

Come in tutte le cose, probabilmente l’equilibrio giusto sta nel mezzo: non rifiutare categoricamente il passaggio al digitale, perché porta tanti vantaggi sul lato pratico, ma nemmeno abbandonare completamente la carta, che resta sempre un punto di riferimento e soprattutto perché è la carta a creare il legame quasi magico tra libro e lettore.

eReader vs. carta: la grande sfida della lettura

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *