Il 28 novembre presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino si è svolto uno degli eventi più attesi da programmatori, ingegneri informatici, DBA, sistemisti, hacker a tempo perso e qualunque “smanettone” di tastiere che crede nella filosofia dell’open source: il Linux Day. Questo evento annuale, si svolge contemporaneamente in tutta Italia e consta di conferenze e attività volte a promuovere la filosofia del software libero e a condividere l’informazione sulle nuove proposte e le nuove sfide che l’Era Digitale propone.

Per chiunque ancora non sapesse di cosa si tratta, consiglio vivamente di incuriosirsi, anche solo per saperne un po’ di più e non fare scena muta quando si sbaglia piano con l’ascensore e ci si ritrova in mezzo agli sviluppatori, ma soprattutto consiglio di andare al Linux Day. Fa bene a tutti perché è un evento pensato non solo per chi Linux già lo ama e lo coccola ogni giorno, ma anche per chi è curioso, per chi sa di non conoscere bene il vasto mondo dell’informatica pur essendo costretto a utilizzarlo e esporsi digitalmente senza ben sapere cosa stia facendo. Le conferenze infatti sono molto eterogenee e trattano le tematiche più disparate, non si limitano a conferenze di natura fortemente tecnica (che comunque ci sono e sono interessanti), ma si aprono a temi come aspetti legali, utilizzo di nuove tecnologie, attività sul territorio e chi più ne ha più ne metta.

Linux Day 2017

Quest’anno personalmente ho trovato meno conferenze interessanti rispetto agli anni passati, soprattutto per chi, come me, è un appassionato che si avvicina a piccoli passi (più per mancanza di tempo che di voglia). La conferenza a mio parere più accattivante, densa di contenuto e interessante a tutto tondo è stata quella tenuta dal professore dell’Università degli Studi di Torino, Camillo Sacchetto, che si concentrava sul tema della privacy e delle normative che la regolano sul web. Ho atteso le slide della conferenza promesse al termine dell’evento, ma, nonostante i miei contatti, non sono riuscita ad entrarne in possesso, perciò, per non cadere in imprecisioni, non entrerò nel merito dei contenuti della conferenza, tuttavia è stato illuminante vedere l’evoluzione delle normative sulla privacy in Italia e nel mondo. Ma soprattutto è stato inquietante realizzare quante informazioni che crediamo protette non lo siano affatto o lo siano solo sulla carta.

Pane per i curiosi

Il Linux Day non è solo conferenze, ma anche spazi di condivisione e di supporto gestiti dagli appassionati volontari che passano dall’installazione di Linux su macchine che lo rigettano alla resurrezione di computer senza speranza, oltre ad attività volte a coinvolgere chi è completamente digiuno di informatica e tecnologia. La promozione del software open source esiste in ambito aziendale ed è molto consistente, infatti un numero sempre crescente di aziende punta a integrare OS e programmi open e molte aziende si stanno sviluppando proprio su questa necessità, facendo della promozione e del supporto per software open source il proprio mestiere. Per chi fosse interessato ad approfondire il tema delle varie metodologie che si stanno sviluppando sull’onda dell’implementazione di software open source in ambito aziendale, consiglio un giro sul sito dell’Agile Community.

Quindi che siate sviluppatori incalliti o dei semplici curiosi, il Linux Day è la pastiglia annuale consigliata dal medico per fare del bene al vostro computer, al vostro cervello, alla vostra vita sociale e alla vostra professionalità. Ci si vede lì il prossimo anno.

Linux Day 2017 (o anche “quelli più nerd tra i nerd”)

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